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In questa opera, il centro del pensiero dell'autore è la centralità della persona umana, alla quale non va anteposto nessun interesse. Cresciuto con i miti della politica del Sessantotto e del Settantasette, impara a considerare la sconfitta occasione di riflessione e di crescita personale e collettiva. Al mito della rivoluzione, l'autore sostituisce il mito dell'evoluzione. Uomini capaci di evolversi con saggezza sanno cogliere il momento giusto per trasformare in meglio il mondo che li circonda. Per l'autore, metafora della vita è il gioco del rugby, che pratica da tanti anni, dove la vittoria passa sempre dalle mani del compagno. Nella mischia ordinata, il tallonatore è quel giocatore che si schiera al centro della prima linea, abbracciato ai due piloni. Lui ha il compito di catturare l'ovale con il tallone, per poi calciarlo all'indietro, nella foresta di gambe dei propri compagni, finché esce tra le mani sapienti del mediano. Nella mischia per andare avanti è necessario lavorare tutti insieme. Essere in prima linea significa non sottrarsi, non abbandonare, perché da questo impegno dipende la strategia della propria squadra per consentire al quindicesimo uomo di segnare.